Spesso la figura dell’investigatore privato viene confusa con quella che si vede nei film polizieschi americani. In realtà in Italia per accedere a questo mestiere si deve seguire una rigida e necessaria trafila burocratica. Partiamo dal fatto che nel nostro paese occorre, come per ogni attività lavorativa, possedere una licenza anche per diventare investigatore privato.
Negli anni questa figura professionale è stata oggetto di vari interventi normativi che l’hanno plasmata nella legislazione vigente. La prima legge che parla di investigatori privati risale ad oltre cento anni fa, anche se più specificatamente regolava l’attività degli istituti di vigilanza privata. Con l’avvento del fascismo, più precisamente nel 1926, gli investigatori privati hanno per la prima volta in Italia una specifica legge che ne riconosce la figura e che ne regola gli ambiti e i limiti di lavoro.
Si sono susseguite poi diverse modifiche legislative fino al 1989, anno di entrata in vigore del nuovo codice penale, quando alla figura dell’investigatore privato è stata concessa la possibilità di comparire in un processo come consulente tecnico della difesa.
Le novità, peraltro, non si sono fermate lì, infatti il Ministero dell’Interno, il 1 dicembre 2010, ha presentato il decreto numero 269, entrato in vigore a partire dal 16 marzo 2011, con il quale ha riformato ancora una volta la normativa sugli investigatori privati.
Le novità più rilevanti introdotte da quest’ultimo intervento legislativo sono la distinzione tra investigatore privato e informatore commerciale, l’istituzione di corsi di formazione obbligatori per l’accesso alla professione e l’obbligo di redigere un piano tecnico-organizzativo sull’attività prima di intraprenderla.
In sintesi tutte queste vicissitudini legislative hanno prodotto la divisione della figura dell’investigatore privato in quattro distinte professionalità: l’investigatore privato titolare d’istituto, l’informatore commerciale titolare di istituto, l’investigatore autorizzato dipendente e l’informatore autorizzato dipendente. Quindi anche dei dipendenti di istituti possono ottenere una loro licenza, seppure con dei limiti di utilizzo e applicazione.
Per accedere a queste professioni è necessario essere in possesso di requisiti dettati proprio dalla normativa. Quindi non tutti possono diventare investigatori privati. Ad esempio per diventare un investigatore privato titolare di un’agenzia investigativa occorre essere in possesso di un diploma di laurea quanto meno triennale in alcuni indirizzi di studio ben precisi (Scienze dell’investigazione, Giurisprudenza, Sociologia, Economia, Scienze politiche o Psicologia ad indirizzo forense), oppure aver prestato servizio nei reparti investigavi delle forze di polizia per almeno 5 anni o aver fatto pratica presso un investigatore privato autorizzato. C’è anche la possibilità, però, di partecipare a corsi di investigazione privata organizzati dalle Università italiane o da enti di formazione riconosciuti dalle regioni.
Per quanto riguarda, invece, l’attività di investigatore dipendente i requisiti sono un po’ meno rigidi, tanto che questa attività può essere intrapresa con un semplice diploma di scuola media superiore oltre al servizio nelle forze armate, alla pratica presso un investigatore titolare e ai corsi già previsti per diventare investigatore titolare.
La licenza di investigatore privato deve essere rilasciato dal prefetto territorialmente competente e al momento della richiesta gli aspiranti investigatori devono già individuare le attività che vorranno svolgere. Tali attività sono ben chiarite dall’articolo 5 del decreto numero 269/2010 e sono: attività d’indagine in ambito privato; attività d’indagine in ambito aziendale; attività d’indagine in ambito commerciale; attività d’indagine in ambito assicurativo; attività d’indagine difensiva; attività previste da leggi speciali o decreti ministeriali che prevedano la presenza stabile di personale in locali di proprietà del committente.
Le attività alle quali può dedicarsi un investigatore privato sono dunque molte e da svolgere in diversi ambiti. Per farlo, ovviamente, la legge consente di avvalersi di strumenti di ripresa audio e video, fotografie, interviste a persone anche per per telefono. Inoltre gli investigatori per le loro indagini possono consultare documenti nei registri pubblici e raccogliere testimonianze e informazioni all’interno dei locali di proprietà di chi gli ha affidato l’incarico.
Quello dell’investigatore privato è, dunque, un mestiere affascinante ma ben regolamentato e organizzato al quale chi lo esercita si dedica con passione, professionalità e riservatezza.