La notizia arriva dagli Stati Uniti ed è di quelle che fanno scalpore, almeno nella cerchia degli addetti ai lavori: il numero dei libri in auto-pubblicazione, infatti, è aumentato del 40% (considerando la somma di libri cartacei ed e-book).
Un dato sorprendente, anche contando che tale cifra non comprende i libri digitali pubblicati da Amazon, che è ritenuto il più grande editore di e-book auto-pubblicati ma che usando un proprio sistema identificativo al posto del codice ISBN è rimasto escluso dalla rilevazione.
Il mercato è dominato dalla Amazon’s CreateSpace, con 1,4 milioni di libri auto-pubblicati lo scorso anno, seguito da un’altra piattaforma tra le più gettonate, Lulu.com.
Questi numeri indicano che sempre più autori hanno imparato a usare al meglio gli strumenti che oggi hanno a disposizione non solo per pubblicare, ma anche per distribuire e promuovere il proprio libro: ecco perché tutte le stime portano a credere che questa crescita continuerà nei prossimi anni.
E nel nostro Paese? Sebbene i numeri non siano nemmeno lontanamente paragonabili a quelli d’oltreoceano, e malgrado il fenomeno sia difficile da misurare (non tutti i libri auto-pubblicati vengono registrati con un codice ISBN e non tutti sono distribuiti attraverso i canali ufficiali), non c’è dubbio che anche in Italia la curva sia in netta crescita: lo scorso anno si stima che siano stati oltre 30.000 i titoli usciti in auto-pubblicazione, mentre i cosiddetti “Indie”, ovvero gli autori indipendenti, si sono ormai aggiudicati il 45% del mercato librario.
I motivi sono presto detti. Con il self-publishing l’autore si svincola dalla tutela, rassicurante ma per certi versi anche opprimente, dell’editore, e prende in mano in prima persona tutti i processi che prima si svolgevano all’interno della casa editrice.
La selezione dei titoli sui quali puntare quindi non avviene più a monte del processo produttivo ma a valle, ed è determinata direttamente dalle scelte e dalle preferenze degli utenti.
Ci sono insomma parecchi vantaggi evidenti per chi sceglie questa strada, tra i quali non va sottovalutata la possibilità di un guadagno immediato molto più cospicuo rispetto a quello garantito dall’editoria tradizionale: gli autori indipendenti infatti possono arrivare a ricavare anche il 70% del prezzo di copertina su ogni copia venduta.
Tuttavia, è bene tenere a mente anche qualche insidia che si nasconde nel mondo ancora giovane del self-publishing. Quest’ultimo infatti potrebbe facilmente diventare il rifugio di chi vuole bruciare le tappe, una “scorciatoia” per coloro che si illudono di diventare veri scrittori senza fare troppa fatica.
Diventare editori di se stessi non è facile, bisogna conoscere a fondo le dinamiche del mercato editoriale, sia cartaceo che digitale, e sapersi orientare nella giungla della rete e in particolare della promozione online.
Il premio per i più tenaci, e soprattutto per chi è in grado di tenersi aggiornato, è dietro l’angolo: sono sempre più frequenti infatti i casi di successo di libri in auto-pubblicazione che vengono notati da un editore tradizionale, e che approdano in libreria con il marchio di un’azienda importante che è intenzionata a investire su di loro.
Una sicurezza che nel nostro Paese continua ad avere il suo peso, visto che i libri esposti sugli scaffali delle librerie italiane mantengono, per il momento, ben saldo il loro primato.